La storia dietro l’addio di Brunson ai Mavericks: Un’opportunità mancata

Nel tumultuoso periodo post-stagione 2021-22 Mark Cuban sembrava sicuro che Jalen Brunson sarebbe rimasto con i Dallas Mavericks — una convinzione che si è rivelata tragicamente errata.

La saga dell’estensione contrattuale di Brunson iniziò nell’estate del 21 quando il giocatore (che aveva appena concluso al quarto posto nella corsa al Sixth Man of the Year) era eleggibile per un’estensione di 4-anni: il front office dei Mavs però decise di temporeggiare.

Rick Brunson padre di Jalen e ex-giocatore NBA ha condiviso pensieri interessanti sulla situazione: “Non cerchiamo sconti; mostraci coi fatti non con le parole” dichiarò durante i playoff del 2022.

I Mavericks hanno avuto diverse chance per trattenere Brunson:

  • Un’offerta iniziale nell’estate 2021
  • Una seconda opportunità a gennaio 2022
  • L’ultima possibilità prima della free agency

La connessione con i New York Knicks era forte grazie a legami familiari — Leon Rose (presidente dei Knicks) è il padrino di Brunson e Tom Thibodeau conosceva la famiglia da decenni.

Alla fine i Knicks offrirono un contratto quadriennale da 104 milioni di dollari che i Mavericks (nonostante i vantaggi fiscali del Texas) decisero di non pareggiare; una decisione che si è rivelata un errore madornale considerando l’impatto di Brunson a New York.

“Personalmente sapevo che me ne sarei andato [da Dallas]” ha rivelato Rick Brunson “ma dovevo convincerlo che meritava di più; che poteva avere la sua squadra.”

In una svolta sorprendente Cuban ha poi accusato pubblicamente Rick Brunson di interferenze nelle trattative — un’accusa che il padre-agente ha accolto con orgoglio: “Certo che sono il padre; proteggi i tuoi figli e dici loro la verità.”

La vicenda si è conclusa con l’NBA che ha multato i Knicks per tampering ma il danno era ormai fatto: i Mavericks avevano perso il loro secondo miglior giocatore senza ricevere nulla in cambio.

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